Historia Magistra. Rivista di storia critica N.42/2023

 

Editoriale

A Gaza, l’umanità diventa dis-umanità, Angelo d’Orsi

Tra storia e politica

Ana Pauker, una comunista romena tra stalinismo e eterodossia, Leonardo Masone

Lessico

Lo sciopero come valore in sé. Appunti sul sindacalismo rivoluzionario in Italia, Alberto Drera

Lavori in corso

Riforma al femminile. Donne anabattiste nel Cinquecento veneto, Alessandra Celati

Freud, la psicoanalisi e la guerra. Dalle nevrosi di guerra alla spettacolarizzazione dei conflitti, Piergiorgio Bianchi

Dal volto di Dio alle opere dell’uomo. L’arte e l’educazione del popolo nelle avanguardie russe, Raffaele Tumino

Documenti per la storia

History of Azerbaijan’s caspian oil production (1825-1949), Jabi A. Bahramov

In rete

Uno straordinario testimone critico del nostro tempo. L’Archivio Gianni Minà, Marina Penasso

Esprerienze

Conservare il lavoro: gli archivi dei Centri per l’impiego del Piemonte, Alberto Pantaloni

Piccolo e grande schermo

Il fallout culturale del film “Oppenheimer”, Massimo Zucchetti

Fermalibri

La nuova era strategica del mondo post-1989: dalla competizione al conflitto, Angelo d’Orsi

Schede

Schede

Opere di: Claudio Rabaglino (Francesca Chiarotto), Paolo Quaregna (Fabrizio Mina), Simone Duranti (Alberto Pantaloni), Diego Díaz Alonso (Giovanni Rufino)

Produzione propria

Raccolta carta

L’odio e l’amore come categorie storiografiche?, Antonino Salerno

L’angolo di Aristarco

Di nuovo il “grande silenzio”?

 

Historia Magistra. Rivista di storia critica N.41/2023

 

Editoriale

La guerra in Ucraina: tappa di un fallimento globale, Piero Bevilacqua

Tra storia e politica

Il PCI e le colonie italiane. La sezione di Mogadiscio, Gino Candreva

Lavori in corso

Jean Meslier, i miracoli di un curato ateo tradito dall’Illuminismo, Annalisa Presicce

Eretici o erranti? Trame comuni tra cattolici e comunisti, Giulio Di Donato

La Carta delle donne del 1986: la sfida delle comuniste e i limiti dell’incontro con il femminismo della differenza, Valeria Comerci

Incontri

Un militante di provincia. Intervista a Giovanni Bosco, dirigente comunista piemontese,

Enrico Beccaria

Documenti per la storia

History of Azerbaijan’s caspian oil production (1825-1949), Jabi A. Bahramov

In rete

HiSCoD: un’euristica (non solo) per i conflitti sociali in età moderna, Alessandro Maurini

Piccolo e grande schermo

Fontaine. Trente-trois minutes à la documenta fifteen, Marianne Dautrey, Hervé Joubert-

Laurencin

Fermalibri

Un Gramsci curdo. Öcalan e la Sociologia della Libertà, Rino Malinconico

Schede

Opere di: Flavia Amabile (Marina Penasso), Vincenzo Santangelo (Francesca Chiarotto),

Isabella Insolvibile (Gabriele Mastrolillo), Marcello Montanari (Alessandro Barile), Daniel Boyarin (Roberto Alciati), Maria Grazia Meriggi (Ottone Ovidi), Salvatore Palidda (Angelo d’Orsi), Salman Rushdie (Guillaume le Blanc)

Produzione propria

L’angolo di Aristarco

Boicottare è giusto, boicottare è possibile

 

Historia Magistra. Rivista di storia critica N.39-40/2022

EDITORIALE

Francesco Coniglione, Le radici dell’odio. Il fondo torbido del nazionalismo ucraino e il senso di una guerra insensata.

IN CORSIVO

Gino Candreva, “Sostituzione etnica”: il ritorno del complottismo razzista e xenofobo

LESSICO

Francesco Tomaso Scaiola, Verso la democrazia diretta. Il municipalismo libertario.

LAVORI IN CORSO

Diego Dilettoso, Réfléchir et agir au sein de la cité: élites et masses dans la pensée de Gaetano Salvemini et de Carlo Rosselli

Clara Galzerano, Lettere da Pechino: René Flipo e la “Amitié Franco-Chinoise” (1965-1966)

INCONTRI

Francesca Chiarotto, Il partigiano “Lucio”, da una Resistenza all’altra. Incontro con Gastone Cottino

DOCUMENTI PER LA STORIA

Pietro Adamo, Presentazione di Loretta Valtz Mannucci

Loretta Valtz Mannucci, Benjamin Franklin e gli Indiani

Matteo Ceschi, Una storia con e per i giovani

Luisa Cetti, La brezza marina di Lynn, Mass

Robert A. Gross, Hope and Memory in Milan

Angelo d’Orsi, Formidabili, quegli anni

ESPERIENZE

Ugo Zamburru, Migrazioni mesoamericane

PICCOLO E GRANDE SCHERMO

Katia Visconti, Minoranze in lotta: la resilienza “femminile” sul piccolo schermo

FEERMALIBRI

Angelo d’Orsi, Israele tra miti, menzogne e realtà

Riccardo Bellofiore-Francesco Garibaldo, Le contraddizioni dell’austerità e l’ordine del capitale

Alexander Höbel, La “questione comunista”. Archiviata dalla storia?

SCHEDE

Opere di: Alessandro Stanziani (Vincenzo Sorella), Luigi Bruti Liberati (Katia Visconti), Arturo Ferraris (Gugliemo Pellerino), Margherita Losacco (Angelo d’Orsi), Silvana Patriarca (Cecilia Novelli), Monica Galfrè (Elisa Santalena)

PRODUZIONE PROPRIA

L’ANGOLO DI ARISTARCO

Ancora l’egemonia!

Historia Magistra. Rivista di storia critica N.38/2022

EDITORIALE

Francesco Aqueci, Diario di guerra. L’Europa e il mondo di domani

IN CORSIVO 

Gino Candreva,Lo spettro del comunismo si aggira in Viale Trastevere

TRA STORIA E POLITICA

Giovanni Confetto, Zapata vive! Costellazioni della memoria militante nei Messico contemporaneo

LAVORI IN CORSO

Piergiorgio Bianchi, Icone della scienza. Il mito della scienza e la sua critica nella cultura sovietica degli anni Venti

Andrea Montanari,  Socialisti, fascisti e comunisti di provincia. La nascita del Pcd’I a Reggio Emilia (1917- 1923)

EX CATHEDRA

Giovanni Carosotti, Ideologia e metodologia. La Frontiera Adriatica e le foibe secondo il Ministero dell’Istruzione

DOCUMENTI PER LA STORIA

Maurizio Pagano, Rompere il «cerchio della solitudine». Il ritorno di Attilio Momigliano alla vita accademica, nel discorso di Aldo Capitini all’Università per Stranieri di Perugia (3 settembre 1944).

INCONTRI

Cristina Accornero, Dare umanità allo spazio detentivo. Intervista a Cesare Burdese

STORIE DI CARTA

 Marilena Codispoti, La versione di Grisham. Il razzismo sistemico nella letteratura di largo consumo.

PICCOLO E GRANDE SCHERMO

Nella Condorelli, Dai Fasci dei Lavoratori all’Autunno caldo. Viaggio cinematografico nella storia della Sicilia invisibile.

FERMALIBRI

Mariachiara Angelucci, Lo spazio degli antichi

Michele Fatica, L’inizio del “secolo breve”

SCHEDE

Opere di: Giovanna Fiume (Valeria La Motta), Francesca Trivellato (Laura Mitarotondo), Antonino De Francesco (Elena Riva), Fabio Minazzi (Francesca Chiarotto), Valentine Lomellini (Alberto Pantaloni), Claudio Jampaglia (a cura di) (Angelo d’Orsi), Aurelio Musi (Valeria Sgambati), Daniel Dubuisson (Roberto Alciati)

PRODUZIONE PROPRIA

BUONE E CATTIVE NOTIZIE

Annalisa Presicce, L’impossibile Archivio Carmelo Bene.

L’ANGOLO DI ARISTARCO

Civiltà vs barbarie

 

Historia Magistra. Rivista di storia critica N.37/2021

EDITORIALE

Fabio Minazzi, Il presente come storia

IN CORSIVO

Marco Albeltaro, Il trasformismo, eterno male italico?

TRA POLITICA E STORIA

Carlotta Marchi, La politicità del godimento femminile. Prospettive storiche e teoretiche nel lacanismo di Juliet Mitchell.

LAVORI IN CORSO

Carlotta Marchi, Sguardi trans-coloniali. La Sanusiyya oltre la Cirenaica (1931-1942).

Fabio Ferrarini, Fascismo e prenazismo. La breve storia degli elmetti d’acciaio a Milano (1930-1933)

Ottone Ovidi, Mission ouvrière, gauche catholique e preti operai. La Francia laboratorio del progressismo cattolico

OSSERVATORIO UPS

Giordano Merlicco, Contrasti sportivi e contrapposizioni identitarie in Bosnia-Erzegovina. La valenza simbolica del calcio nella città di Mostar

INCONTRI

Annalisa Presicce, I miei settant’anni con Spinoza, Schopenhauer e Nietzsche. Incontro con Sossio Giametta

DOCUMENTI PER LA STORIA

Giorgio Nieloud, Oltre la Comune. Testimonianze di combattenti e di cittadini

IN RETE

Francesca Belviso, La biblioteca virtuale di Nietzsche. Percorsi on line e nuovi orizzonti di studi

ESPERIENZE

Alessio Barettini, Come si racconta Sarajevo?

STORIE DI CARTA

Marta Mariani, Un dialogo simpatetico. Il carteggio tra Cesare Pavese e Giuseppe Cocchiara

PICCOLO E GRANDE SCHERMO

Paola Baiocchi – Andrea Montella, Com’è NATO un golpe: il caso Moro

FERMALIBRI

Opere di: Lauren Benton, Nathan Perl-Rosenthal (Deborah Besseghini), Luigi Punzo (Francesca Chiarotto), Giuseppe Ferraro (Luigi Ambrosi), Giuliana Muscio (Marina Penasso), Elisa Tizzoni (Simone Polidori), Marc De-Launay (Francesca Belviso), Luca Jourdan, Karin Pallaver (Katia Visconti), Pierre Schill (Angelo d’Orsi), Tommaso Baris (Cecilia Novelli), Jean-François Sirinelli (Diego Dilettoso), Theodor Haecker (Alessia Perrone), Vladimir Kontorovich (Alexander Höbel) 181

PRODUZIONE PROPRIA

L’ANGOLO DI ARISTARCO

Elogio della libreria

 

Read a new book: Altri comunismi italiani

Nuovo libro a cura di Gabriele Mastrolillo e Marion Labeÿ, pubblicato per la collana La Biblioteca di «Historia Magistra», 2024, pagine: 320

“Il centenario della fondazione del PCI – Partito Comunista Italiano, è stato un evento che ha spinto la storiografia e una parte dell’ambiente politico e culturale italiano a confrontarsi su questo argomento producendo una cospicua serie di volumi sia di carattere generale sia relativi a specifici aspetti della storia del PCI.” Read more…

Operazione Gramsci. L’egemonia in atto.

Domani, 19 gennaio, alle ore 21, ad Alessandria, Il direttore di Historia Magistra Angelo d’Orsi e la coordinatrice Francesca Chiarotto presenteranno “Operazione Gramsci. L’egemonia in atto. A sessant’anni dalla scomparsa di Palmiro Togliatti una riflessione sull’originalità della storia del PCI”.

 

Operzione Gramsci. Egemonia in atto.

Ci ha lasciati Gastone Cottino. Addio al partigiano ‘Lucio’.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Del Direttore: prof. Angelo D’Orsi

Ci sono persone che crediamo immortali, sia per l’energia che da loro promana come una sorta di fiume infrenabile, sia perché – ammettiamolo – di loro abbiamo bisogno, e quando se ne vanno, quando lasciano questo mondo, oltre al dolore proviamo una sorta di rabbia, e avremmo voglia di rimproverarli: “Perché te ne sei andato?”, è la domanda che ci sorge spontanea, anche se non osiamo proferire parola. Questi i pensieri che mi hanno attraversato quando ieri mi è arrivata, inattesa, ma in fondo temuta, la notizia della scomparsa di Gastone Cottino. Forse al di fuori di Torino, il suo è un nome non conosciutissimo, eppure si tratta di una figura esemplare, da tanti punti di vista, fra i quali personalmente privilegerei la capacità di coniugare scienza e milizia.

Di famiglia borghese, politicamente conservatrice (e lo diceva a mezza voce, quasi vergognandosene), figlio di Valerio, un prestigioso avvocato, Cottino professore emerito di Diritto commerciale, un’autorità nel ramo (non solo a livello nazionale: il suo Trattato di Diritto commerciale, da lui impiantato e diretto per la casa CEDAM, in ben 12 volumi è un’opera imprescindibile), a lungo preside di Giurisprudenza, ha formato decine di allievi che si sono fatti strada non solo nell’ambito del diritto commerciale, ma nelle scienze giuridiche e politiche.

Del resto, non fu mai un mero giurista, Cottino: troppo vasta la sua volontà di sapere, troppo largo il campo dei suoi interessi, che sempre associavano il mondo degli studi alla vita sociale e alla lotta politica. In sintesi, fu uno studioso che pur diventato presto un maestro nel suo territorio scientifico, seppe e volle sempre essere un cittadino, formatore di cittadini, un intellettuale insomma, che abbracciava interamente la sua epoca per citare una frase celebre di Jean-Paul Sartre.

Docente universitario assurto ai più alti gradi (era anche membro della più prestigiosa nostra istituzione, l’Accademia dei Lincei), non voltò le spalle, mai, ai problemi della collettività. Certo un ruolo rilevante lo ebbe il suo maestro, il grande giurista democratico Paolo Greco, e la biblioteca di famiglia, dove poteva trovare e leggere di tutto, per aprire gli occhi sul mondo, e sull’Italia. E come per altri della sua generazione (era nato nel 1925), il fascismo fu la grande occasione per capire da che parte stare. E nel Piemonte di Nuto Revelli, di Carlo Casalegno, di Franco Antonicelli, Paolo Boringhieri, Plinio Pinna Pintor, Luciano Gruppi…, tutti destinati a grandi cose, il giovanissimo Gastone si formò politicamente; e tutti loro respiravano l’aria dell’azionismo, tutti o quasi provenienti da Giustizia e Libertà, che aveva alle spalle il nome dei martiri per eccellenza, Carlo Rosselli, trucidato nel giugno 1937 in Francia, e Leone Ginzburg, morto dopo le sevizie naziste a Regina Coeli nel febbraio del ’44.

Era un panorama che a guardarlo oggi ci pare senza eguali: dai fratelli Galante Garrone a Giorgio Agosti, da Massimo Mila a Vittorio Foa, e via seguitando. Davvero la “meglio gioventù” torinese, che aveva trascorso buona parte di quegli anni nelle galere fasciste.

L’input decisivo a Gastone giunse però proprio dal suo docente Paolo Greco, liberale antifascista, il quale senza giri di parole, lo convocò e gli diede l’incarico di “tirar su, organizzare politicamente, militarmente” i giovani liberali, ricorda Cottino in quella che è la più recente, lunga intervista autobiografica (rilasciata a Francesca Chiarotto, sulle pagine della rivista Historia Magistra). Aveva solo 18 anni, Gastone, studente del 1° anno di Legge, quando entrò dunque nella Resistenza armata, col nome di “Lucio”. Con quel nome fu tra coloro che per primi entrarono a Torino, nella Brigata SAP Mingione, mentre gli ultimi repubblichini se la davano a gambe, o si nascondevano, non senza compiere feroci rappresaglie.

Anche se abbandonò il nome da partigiano, Gastone Cottino non smise di esserlo, fu anzi davvero un professore-partigiano, sempre dalla parte giusta, o, se si vuole “dalla parte del torto”, perché, come scrive Brecht, “tutti gli altri posti erano occupati”.  Nella sua galleria di maestri ideali, oltre a un giurista che fu uno dei Padri Costituenti, come Piero Calamandrei, a lui piaceva ricordare soprattutto la “strana coppia” Gramsci-Gobetti, che esprimeva perfettamente la personalità e la cultura di Cottino: nella intervista ricordata, spiegava: “le due figure … mi hanno sempre aiutato entrambe, con le loro posizioni, pure in parte diverse, ma sempre sostanzialmente unificate dal filo comune di resistenza al potere, con il coraggio e il rigore, a sbrogliare il gomitolo della vita, del mio percorso politico e intellettuale”.

Un marxista liberale, insomma, che aveva sempre avuto come stella polare quel famoso binomio di Giustizia e Libertà: la prima ha bisogno della seconda, ma la seconda senza la prima si riduce alla libertà dei pochi, dei privilegiati. Perciò, dopo lo scioglimento del PCI aderì, per coerenza, a Rifondazione Comunista, rimanendovi fino alla fine, come un padre nobile che tuttavia non disdegnava di scendere in piazza, e di rischiare le manganellate della polizia.  La vita, dichiarò, ci pone davanti a continue scelte. E, qui l’orgoglio si percepiva nettamente, “Io ho fatto una scelta nel settembre 1943: da che parte stare. Fu per me la scelta fondamentale”, ma aggiungeva, “non si vive mai di rendita”, sicché fu dalla parte degli algerini contro la Francia, dei vietnamiti contro gli Usa, degli studenti contro lo strapotere dei “baroni”, di coloro che dall’avvento di Berlusconi in avanti, si opposero a quello che egli chiamava “il degrado della politica”, contro i “falsi maestri”, che si piegavano al denaro e al potere, e con l’ascesa dei “post-fascisti” al governo della “Repubblica nata dalla Resistenza”, al pericolo di un pesante rigurgito di fascismo, di cui registrava puntualmente, da studioso, gli atti e li commentava sgomento, ma sempre combattivo, sempre pronto a rivestire idealmente, anche senza fucile a tracolla, i panni del partigiano Lucio.

Fonte: L’Unità 9 Gennaio 2024