Historia Magistra. Rivista di storia critica N. 34/2020

EDITORIALE
Marina Penasso, Una necessaria rieducazione sentimentale

IN CORSIVO
Alessandro Barile, Una “eretica disciplinata”. Rossana Rossandra dirigente comunista

TRA STORIA E POLITICA
Pietro Stefanini, Come normalizzare l’assedio: il “Meccanismo
per la ricostruzione di Gaza”

LAVORI IN CORSO
Gabriele Mastrolillo, Rivoluzione e controrivoluzione in Ungheria
viste dal Partito socialista italiano (1919-1920)

Elisa Baccini, Maeva Le Roy, Stefano Levati, Chiara Lucrezia Monticelli, Stefano Poggi, Francesco Saggiorato, Pratiche e tecniche di controllo sociale nell’Italia napoleonica: cantieri di ricerca

EX CATHEDRA
Giovanni Carosotti, Sull’insegnamento della storia nella scuola. Vecchie proposte, nuovi pericoli

INCONTRI
Giulia Stochino (a cura di Guglielmo Pellerino), Camilla Ravera: il biennio rosso accanto ad Antonio Gramsci

IN RETE
Antonio Brusa, Non sempre Cenerentola. La didattica della
storia nei siti accademici italiani e in quelli esteri

ESPERIENZE
Daniele Forte, Fiato sprecato. Una gita a Lampedusa

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Peppe Notarangelo, Notarangelo ladro di anime. Il mio racconto
di Mimì

FERMALIBRI
Annalisa Presicce, Baruch ritrovato. Una nuova, preziosa edizione dell’Ethica spinoziana

SCHEDE
Opere di Sylvie Steinberg (Sofia Zuccoli), Pierre Serna (Valentina Altopiedi), Alfred Dreyfus, Lucie Dreyfus (Francesca Belviso), Giuseppe Berta (Cristina Accornero), DanTamir (Alberto Pantaloni), Dominic Bliss (Massimo Congiu), Battista Q. Borghi (Carmen Betti), Alain Ruscio (Guglielmo Pellerino), Hanna Lévy-Hass (Amedeo Cottino), Sara Lorenzini (Simone Polidori), Hartmut Rosa (Luca Pellarin).

PRODUZIONE PROPRIA

BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Massimo Congiu, Orbán colpisce ancora. Klubrádió chiude

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, Sliding doors

 

I fascicoli della rivista in cartaceo o .pdf si possono acquistare o ordinare dal sito dell’editore.

Per qualsiasi altra richiesta vi invitiamo a contattare direttamente la casa editrice al seguente indirizzo: abbonamenti@rosenbergesellier.it

Il secolo breve del comunismo italiano: 5 video-lezioni

Da aprile a luglio 2021, redattori e redattrici di HISTORIA MAGISTRA hanno ripercorso la storia del Partito Comunista d’Italia in cinque video-lezioni. Vi proponiamo qui una breve sintesi e il video di ogni incontro.

Gli incontri sono stati coordinati e moderati da Guglielmo Alfonso Pellerino.


Da Bordiga a Gramsci (1921-1926), Angelo d’Orsi (7 aprile)

In questa lezione si parlerà delle fasi che precedettero la formazione del Partito Comunista d’Italia: dal «Soviet» di Amadeo Bordiga e «L’Ordine Nuovo» di Antonio Gramsci – riviste emanazione di due gruppi convergenti, sia pure con differenze che si accentueranno nel corso del primo biennio di vita del Partito, e che renderanno difficoltoso il passaggio dalla direzione di Bordiga a quella di Gramsci – fino al 1926, anno dell’arresto di Gramsci e della promulgazione delle “leggi fascistissime”.

: Da Bordiga a Gramsci (1921-1926), Angelo d’Orsi


La clandestinità (1926-1943), Marco Albeltaro (21 aprile)

In questa lezione si parlerà della resistenza del Partito Comunista Italiano al fascismo fino alla caduta di Mussolini, con peculiare riguardo ai rapporti con Mosca e con le altre forze politiche. Tra le tante figure protagoniste di questo periodo, particolare attenzione verrà dedicata a quella di Pietro Secchia e al suo ruolo in questa fase.

: La clandestinità (1926-1943), Marco Albertaro


Il “partito nuovo” di Togliatti (1944-1964), Francesca Chiarotto (5 maggio)

In questa lezione sarà descritta la nuova concezione del partito inaugurata da Palmiro Togliatti al suo rientro in Italia, con la svolta di Salerno. Si parlerà della “democrazia progressiva”, delle elezioni dell’aprile del 1948, dell’attentato a Togliatti, delle posizioni del Pci di fronte alla crisi del 1956 e della cosiddetta “operazione Gramsci” con particolare attenzione al rapporto del partito con gli intellettuali.

: Il “partito nuovo” di Togliatti (1944-1964), Francesca Chiarotto


Da Budapest a Praga (1956-1968), Alexander Höbel (19 maggio)

Al centro di questa lezione vi è l’evoluzione del Pci tra il 1956 e il 1968, con particolare riferimento all’internazionalismo e al rapporto con l’Urss: dal “policentrismo” teorizzato da Togliatti nel 1956, all’idea di “unità nella diversità” del movimento comunista, fino all'”internazionalismo di tipo nuovo”, che matura negli anni della segreteria di Luigi Longo, culminando nel sostegno alla Primavera di Praga e nell’aperta condanna all’intervento militare del Patto di Varsavia.

: Da Budapest a Praga (1956-1968), Alexander Höbel


La fine della “spinta propulsiva”: il Pci di Berlinguer (1972-1984), Paolo Favilli (9 giugno)

In questa lezione ci si concentrerà in particolare sul rapporto tra il Pci, il suo segretario generale Enrico Berlinguer, e i nodi politico-strategici che la meccanica del mutamento di fase dell’accumulazione del capitale impone alla vicenda storica del movimento operaio italiano.

: La fine della “spinta propulsiva”: il Pci di Berlinguer (1972-1984), Paolo Favilli 


La fine del Pci (1984-1991), Marco Di Maggio (1 luglio)

Questa lezione si concentrerà sul periodo che va dalla morte di Enrico Berlinguer, e la nomina di Alessandro Natta a segretario del partito, alla “svolta della Bolognina”, puntando l’attenzione sulle dinamica di disfacimento della cultura politica del comunismo italiano e di come essa sia parte del processo più generale di affermazione dell’egemonia neoliberale da una parte e della fine della guerra fredda dall’altra.

: La fine del Pci (1984-1991), Marco Di Maggio 

 

Il secolo breve del comunismo italiano – online aprile-giugno 2021

Il centenario della fondazione del PCd’I è l’occasione per riprendere la discussione sull’esperienza di quello che è stato il maggiore partito comunista dell’Occidente. Moltissime sono state le iniziative che hanno ricordato questo anniversario e HISTORIA MAGISTRA intende partecipare a questa discussione attraverso un ciclo di lezioni tenute da redattori e redattrici della rivista dal titolo “Il secolo breve del comunismo italiano”.

Gli incontri, moderati da Guglielmo Alfonso Pellerino, saranno una occasione per approfondire e interrogarsi su alcuni dei momenti salienti della storia di questo partito: dalla nascita fino al suo tramonto.

 

Questo il programma:

7 aprile — Da Bordiga a Gramsci (1921-1926), Angelo d’Orsi

21 aprile — La clandestinità (1926-1943), Marco Albeltaro

5 maggio — Il “partito nuovo” di Togliatti (1944-1964), Francesca Chiarotto

19 maggio — Da Budapest a Praga (1956-1968), Alexander Höbel

9 giugno — La fine della “spinta propulsiva”: il Pci di Berlinguer (1972-1984), Paolo Favilli

23 giugno — La fine del Pci (1984-1991), Marco Di Maggio

Orario di inizio delle lezioni: 17.30

 

Le lezioni saranno trasmesse in diretta sulla pagina Facebook di Historia Magistra e poi caricate su canale Youtube.

Pandemia, crisi economica e nuovi scenari di pianificazione economica – online 20 marzo 2021

La Redazione Romana di HISTORIA MAGISTRA organizza un seminario su “Pandemia, crisi economica e nuovi scenari di pianificazione economica” sabato 20 marzo 2020 dalle ore 17:00 alle ore 18:30.

La pandemia da Covid-19, insieme all’esperienza del lockdown, ci pone di fronte all’evidenza che i grandi obiettivi di utilità collettiva (la salute, il ripensamento dei consumi, degli stili di vita, della mobilità, dei tempi di lavoro, dell’uso delle risorse naturali) possono essere raggiunti solo con un forte intervento pubblico che indirizzi e coordini l’azione dei singoli.

Durante l’incontro discuteremo con Emiliano Brancaccio e Antonella Stirati, autori rispettivamente di Non sarà un pranzo di gala. Crisi, catastrofe, rivoluzione, a cura di G. Russo Spena, Meltemi, 2020 e di Antonella Stirati, Lavoro e salari. Un punto di vista alternativo sulla crisi, L’Asino d’oro, 2020.

Queste due riflessioni aprono nuove prospettive sulla crisi economica e pongono all’ordine del giorno una nuova logica di pianificazione collettiva.

Per informazioni sui due volumi, rimandiamo a:
una lettura di Gennaro Zezza di A. Stirati, Lavoro e salari su Economia e Politica;
una lettura di Ascanio Bernardeschi di Non sarà un pranzo di gala per la Città futura.

Intervengono gli autori Emiliano Brancaccio (Università del Sannio) e Antonella Stirati (Università Roma Tre).
Coordina Manfredi Alberti (Historia Magistra)

L’incontro si terrà il 20 marzo 2021 alle ore 17:00 sulla piattaforma zoom a questo link:
https://kth-se.zoom.us/j/67501181764 Meeting ID: 675 0118 1764

Una registrazione dell’incontro verrà caricata sul canale YouTube di Historia Magistra.

Historia Magistra. Rivista di storia critica N. 33/2020

EDITORIALE
Roberto Poma, Big Pharma. Medicina, mercato, potere alla luce della pandemia

IN CORSIVO
Salvatore Palidda, L’eterna “Negro Question” (e l’incomprensione di Hannah Arendt)

Christophe Charle, Fin de publication de la revue «Le Débat», fin d’une époque?

TRA STORIA E POLITICA
Rodrigo Sarruge Molina e Fábio Bacila Sahd, Breve história da espoliação dos povos indígenas no Brasil

Vladimir Medinskij, Il Patto Molotov-Ribbentrop: una vittoria diplomatica dell’Unione Sovietica. Presentazione e traduzione di Giordano Merlicco

LAVORI IN CORSO
Luca Adriani, Tra autonomia e “frontismo”. La riorganizzazione dell’Unione Socialista Romana (1944-1946)

INCONTRI
Massimo Congiu (a cura di), L’Ungheria verso la dittatura e il ruolo degli intellettuali. Intervista a András Forgách

LA CASSETTA DEGLI STRUMENTI
Alessandro Giacone, La question de la biographie: un parcours entre France et Italie au XXe siècle

IN RETE
Alberto Pantaloni, La tradizione del marxismo britannico: l’Archivio del Communist Party of Great Britain

ESPERIENZE
Virginia Pili, Da Mosca a Svijažsk. Sulle tracce del treno di Trockij

STORIE DI CARTA
Marco Paoli, «Ai romani d’oltre i Carpazi». La Romania in casa di Giosue Carducci

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Emanuela Tomassetti, Le molte memorie del Condor,

Paolo Quaregna, La seconda patria

FERMALIBRI
Angelo d’Orsi, Nuovo, eterno Marx,

Amedeo Feniello, Le molte forme del consenso

SCHEDE
Opere di Jonathan Israel (Alessandro Maurini), Jean-Clément Martin (Clizia Magoni), Arnab Dey (Roberta Biasillo), Mario Alessandro Curletto – Romano Lupi (Angelo d’Orsi), Henri Vermorel (Francesca Belviso), Salvatore Prinzi (Annalisa Presicce), Pietro Cavallo (Cecilia Novelli), Rocco Marzulli (Emanuele Edallo), Renato Foschi – Erica Moretti – Paola Trabalzini (a cura di) (Carmen Betti), Marco Esposito (Guglielmo Vitelli), Marina Garcés (Giuseppe Cacciatore), Éric Fassin (Alessio Di Stefano).

PRODUZIONE PROPRIA

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, Sliding doors

 

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Historia Magistra. Rivista di storia critica N. 32/2020

Qui potete scaricare l’indice e leggere la nota d’apertura in ricordo di Gian Mario Bravo:

HM n. 32 Indice e Ricordo di G.M. Bravo

EDITORIALE
Francesco Coniglione, Scienza, epidemia e politica al tempo del Coronavirus

IN CORSIVO
Christophe Mileschi, La pluie ruisselle vers le haut
Giovanni Savino, La Russia e noi: per una critica della contrapposizione da nuova Guerra fredda

TRA STORIA E POLITICA
Domenico Andrea Schiuma, Hong Kong 2019. Una lettura dell’azione collettiva in difesa di valori storicamente maturati

LAVORI IN CORSO
Francesco Saggiorato, La gendarmeria al banco degli imputati. I procedimenti giudiziari contro gli abusi di potere dei gendarmi nell’Italia napoleonica
Fiorenza Taricone, Una questione di scelta. Professioniste e donne di scienza attraversate dal fascismo

EX CATHEDRA
Giovanni Carosotti, Valorizzazione e banalizzazione della storia. Su una tendenza schizofrenica nei manuali di storia della Secondaria Superiore
Cecilia Novelli, “Fine della storia”? I nuovi manuali di Storia contemporanea per l’Università

DOCUMENTI PER LA STORIA DEL TEMPO PRESENTE
Tommaso Rebora, «Ci siamo girati e non c’era più nessuno». La fine della stagione dei movimenti tra memoria e oblio

INCONTRI
A cura di Alessandro Giacone, Parler de Révolution. Entretien avec Jean-
Clément Martin

IN RETE
Francesca Cavarocchi, Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Un nuovo portale su migranti, esuli e rifugiati

STORIE DI CARTA
Graziano Tassi, Michelangelo Antonioni écrivain. Une lecture de Ce bowling sur le Tibre (1983)

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Maria Agostina Pellegatta, L’attentato a Togliatti, in un film

FERMALIBRI
Roberto Alciati, Una diversa storia delle religioni

SCHEDE
Opere di Andrea Carandini – Emanuele Papi (Maria G. Castello), Claudio Azzarà (Giuseppe Sergi), Alan Taylor (Franco Motta), Bryan A. Hamnett (Deborah Besseghini), Vincenzo Schirripa (Luigi Ambrosi), Stefano Bragato (Francesca Belviso), Jonathan Waterlow (Federico Caneparo), Vincenzo D’Amico (Piergiorgio Bianchi), Giacomo Scotti (Angelo d’Orsi), Francesco Bilancia et al. (Gian Mario Bravo), Emma Barron (Fabio Guidali), Luigi Scoppola
Iacopini (Stefano Mangullo), Rolf Petri (Francesca Chiarotto).

PRODUZIONE PROPRIA

RACCOLTA CARTA
Angelo d’Orsi, Quando l’ideologia acceca

BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Nina Valbousquet, L’ouverture tant attendue des archives du Vatican. Enjeux historiographiques et controverses mémorielles du pontificat de Pie XII (1939-1958)

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, La disfatta delle due culture

 

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Gian Mario Bravo, la misura della passione e del rigore

La morte del professor Bravo è un colpo assai duro per la nostra Rivista. Porteremo avanti il lavoro, anche per rispetto nei confronti di uno studioso e intellettuale che credeva nella funzione della Rivista. Gian Mario Bravo ha collaborato con noi sin dalla fondazione, è stato membro del Consiglio di Direzione e ha sostenuto Historia Magistra fino alla fine in ogni modo.

Riproponiamo qui l’articolo apparso su Il Manifesto in data 30 aprile 2020 a firma di Angelo d’Orsi.

C’era una volta l’Accademia, quella con la maiuscola. Oggi se n’è andato (anche lui a causa del covid-19) uno degli ultimi rappresentanti di quel mondo, Gian Mario Bravo, studioso di ineccepibile rigore, docente di enorme professionalità, osservatore critico della contemporaneità, che non esitava a scendere in campo, lontano però da ogni esibizionismo, del tutto estraneo al protagonismo di cui tanti suoi colleghi, anche assai più giovani, danno prova quotidiana.

ERA NATO NEL 1934, e la sua è stata davvero la «vita degli studi», quella a cui Gioele Solari (nell’accademia torinese, «il maestro dei maestri»), incitando il suo allievo Norberto Bobbio, proponeva come insegna di chi compiva la scelta quasi monastica dell’insegnamento universitario. Bravo, della generazione seguente ai Bobbio, ai Firpo, ai Passerin d’Entrèves, incarnò quella tradizione, nel modo più alto e nobile, ma le diede una torsione a sinistra, per così dire: già, perché in quel mondo paludato, in particolare entro i recinti della Storia delle dottrine politiche che fu il suo ambito disciplinare (e vorrei dire il suo regno), essere dichiaratamente marxisti non era facile.

SOCIALISTA DI SINISTRA, aderente poi alla scissione del Psiup, Bravo si era formato alla ferrea scuola della Ddr, dove aveva perfezionato, in biblioteche di cui non cessava di tessere le lodi, il proprio metodo, conquistando, insieme con la padronanza della lingua tedesca, un vero primato negli studi su Marx ed Engels, e allargando il cerchio, su numerosi esponenti di quella filiera. Aveva tuttavia studiato anche, con grande attenzione, sia pure in modo severamente critico, l’anarchismo, di cui riconosceva la nobiltà, e riteneva fosse necessario sottrarlo al puro ambito della militanza. È stato uno dei primi, da questo punto di vista, Bravo, a far diventare il pensiero anarchico un «oggetto accademico», senza cancellarne la pregnanza politica, naturalmente.

NON NASCOSE MAI le proprie simpatie o le proprie idiosincrasie politiche, ma da autentico homo academicus, sapeva distinguere e separare l’ideologia della scienza, da seguace di Max Weber, e teneva a bada le proprie passioni politiche, pur dichiarandole. Nessuno potrebbe dire – cosa rarissima nel mondo universitario – che Gian Mario Bravo sia stato meno che corretto in un oltre mezzo secolo di carriera, in cui egli rivestì ruoli importanti e di prestigio, che sarebbe impossibile elencare, come sarebbe impossibile restituire in poche parole la misura della passione, ma anche del rigore con le quali egli svolse quei ruoli. Dentro e fuori l’Ateneo torinese, il nome di Gian Mario Bravo significò sempre e soltanto «serietà». Fu accusato sovente di formalismo – per esempio quando in una delle fasi della sua lunghissima presidenza di Scienze Politiche, impose ai docenti di presentarsi alle sedute di laurea in giacca e cravatta, sottolineando come per le famiglie dei candidati quello era un momento solenne –, ma il suo era l’atteggiamento di chi non ha scelto l’insegnamento e lo studio come una professione, ma come una missione.

Dei suoi studi (Marx, Engels, Labriola, socialismo, marxismo, anarchismo, socialdemocrazia…) bisognerà parlare, con l’attenzione che meritano, tutti condotti su fonti di prima mano, nelle lingue originali, leggendo tutto il leggibile (e pure l’illeggibile, nel suo inguaribile perfezionismo), confrontando, valutando alla luce di una competenza che ben pochi, a livello internazionale, potevano vantare.

MA BRAVO coltivava anche uno spirito sarcastico, che esplicò con una verve che pochi si sarebbero aspettati. In una recente recensione (forse l’ultimo suo scritto) a una pessima biografia di Marx, presentato come «insignificante studioso», «profittatore», «pessimo marito e padre», con la sottolineatura come un dato fondamentale (e forse misterioso!), il fatto che nel suo soggiorno ad Algeri alla vigilia della morte, Marx si fosse fatto tagliare la barba, Bravo commentava: «meglio le forbici del barbiere che la penna di sedicenti storici».

Historia Magistra N. 31/2019 – Video presentazioni

Fabrizio Loreto (Università di Torino) introduce il suo editoriale al Fascicolo 31 sugli avvenimenti e il significato storico del 1969. In occasione del cinquantesimo anniversario dell’Autunno caldo del 1969, l’autore mostra luce e ombre di una stagione certamente straordinaria nella storia sociale e politica dell’Italia repubblicana.

Il comunicato che rendeva nota la risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 che equiparava comunismo e nazismo ha provocato reazioni di sorpresa, protesta, idignazione e anche approvazione, con distinguo. Nel Corsivo (HM 31/2019) Angelo d’Orsi (direttore di Historia Magistra) riapre il dibattito sul revisionismo, specie nella sua forma estrema, quella che egli stesso denominò “rovescismo”, e riflette sulla categoria di “totalitarismo”. Si tratta di un concetto utile, dotato di una sua pregnanza teoretica? O siamo davanti a una parola prevalentemente ideologica?

Historia Magistra. Rivista di storia critica N. 31/2019

EDITORIALE
Fabrizio Loreto, Il 1969 dalla A alla Z: le parole-chiave di un anno epocale

IN CORSIVO
Angelo d’Orsi, Comunismo e nazismo: una equazione errata

TRA STORIA E POLITICA
Piergiorgio Bianchi, Sotto le insegne del Padre. L’esegesi staliniana di Lenin
Francesco Coniglione, La stagione di “Mani pulite” e il nuovo patto sociale

OSSERVATORIO UPS
Antonio Brusa, Un inquietante laboratorio memoriale. Politiche della memoria e insegnamento della storia in Europa Orientale

LAVORI IN CORSO
Amedeo Cottino, Rudolf Höss: uno di noi? Vita e morte del comandante di Auschwitz
Luigi Giorgi, Le dimissioni del Cardinale. Giacomo Lercaro nelle carte della Prefettura bolognese
Doan Dani, Retrovia totalitaria. Il feudalesimo contraddittorio della storiografia albanese

LA CASSETTA DEGLI STRUMENTI
Giorgio Del Vecchio, Per una storia della violenza politica. Riflessioni teorico-metodologiche intorno agli anni Settanta italiani

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Valentina Rossetto, “La spinta dell’autunno”
Alessandra Dino, “Il traditore”: la parabola esistenziale di Tommaso Buscetta tra visioni oniriche e ricostruzioni processuali

FERMALIBRI
Annalisa Presicce, Adorniana. Nuove edizioni e studi recenti

SCHEDE
Opere di Federico Santangelo (Maria G. Castello), Annie Duprat (Valentina Altopiedi), Gabriele Turi (Vincenzo Sorella), Maria Pia Donato (Lorena Barale), Anthony Gorman – Didier Monciaud (Anna Ferrando), Nicola Labanca (Angelo d’Orsi), Siegmund Ginzberg (Alessia Perrone), Carlo De Maria (Federico Chiaricati), Raffaele Bedarida (Marco Albeltaro), Michele Di Giorgio (Laura Di Fabio), Giulia Malavasi (Roberta Biasillo), Francesco Migliaccio (Angelo d’Orsi).

PRODUZIONE PROPRIA

RACCOLTA CARTA
Enzo Sorella, Le lezioncine di un critico disinformato. Una discutibile “analisi” dei problemi della scuola

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, Un Nobel meritato e la contestazione dei “Signor Nessuno”

 

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Historia Magistra. Rivista di storia critica N. 30/2019

EDITORIALE
Giuseppe Cacciatore, Weimar cent’anni dopo. Lezioni da meditare

IN CORSIVO
Cecilia Novelli, Fascisti del terzo millennio

TRA STORIA E POLITICA
Carlo Sanna, Tra islamismo e secolarismo. La Turchia e il difficile dialogo con l’Unione Europea

LESSICO
Cesare Panizza, Una democrazia immaginaria? Note sulla storia dell’azionismo

OSSERVATORIO UPS
Massimo Congiu, La verità di Stato. Ungheria: le mani del governo sull’“Istituto ’56”

LAVORI IN CORSO
Guillaume Linte, Santé des Créoles et créolisation des corps dans le premier empire colonial français
Claudio Sarzotti, Elisa Pettiti, Gli « apaches » nella Parigi della Belle époque: dispositivi iconici e campagne di moral panic

INCONTRI
Simone Rubino (a cura di), «In Russia fummo invasori, non vittime». La campagna italiana attraverso gli occhi di un alpino finito sul Don

EX CATHEDRA
Giovanni Carosotti, Una scuola senza storia? Sul nuovo Esame di Stato

LA CASSETTA DEGLI STRUMENTI
Roberto Fineschi, «L’ideologia tedesca » dopo la nuova edizione storico-critica (Mega2)

IN RETE
Antonella ­Fiorio, Archiviare per divulgare: le banche dati on-line degli Internati Militari Italiani

STORIE DI CARTA
Alessia Perrone, La poesia come arma di difesa di massa. I “francofortesi” e Hilde Domin: incontro-scontro

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Federica Biondi, “Alla fine della nuvola”. Un cortometraggio tra storia, attualità e utopia

FERMALIBRI

­Angelo d’Orsi, Avanguardia e rivoluzione. L’Unione Sovietica e le speranze tradite della “cultura proletaria”
Fabrizio Loreto, Resistenza/resistenze: scioperi e microconflittualità operaia durante la Guerra di Liberazione

SCHEDE
Opere di Sergio Botta (Roberto Alciati), Nicolas Vidoni (Vincenzo Sorella), Clyde Plumauzille (Valentina Altopiedi), Ignazio Veca (Matteo Caponi), Andrea Di Michele (Fulvio Senardi), Danilo Breschi (Cristina Accornero), Klaus Wolbert (Enrico Manera), Paolo Bertella Farnetti (Cecilia Novelli), Lucilla Conigliello – Chiara Melacca (Carmen Betti), Richard J. Evans (Alberto Pantaloni), Bénédicte Brémard – Julie Michot –Isabelle Schmitt (Graziano Tassi), Mirko Capozzoli (Marina Penasso)

PRODUZIONE PROPRIA

RACCOLTA CARTA
Gian Mario Bravo, Povero Marx: meglio le forbici del barbiere che la penna dei sedicenti storici

BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Daniele Valisena, Antonio Canovi, Marco Moschetti e Giuseppe Morrone, Ritals, rondinelle e geo-storie migranti. Il Laboratorio di Storia delle Migrazioni dell’Università di Modena e Reggio Emilia
Gianluca Taccori, Un Centro per la storia della sinistra italiana

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, La danza macabra

 

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