“Un Gramsci mai visto” – Roma 30 Novembre 2019

“Un Gramsci mai visto” è uno spettacolo teatrale di e con Angelo d’Orsi.

L’appassionata narrazione della vita di Gramsci, nella forma di cinque monologhi (corrispondenti alle cinque parti del libro di Angelo d’Orsi, Gramsci. Una nuova biografia, Feltrinelli 2018), dialoga con momenti di musica e canti popolari di lotta e di lavoro, tratti dalla tradizione orale contadina e operaia degli inizi del ‘900.

Le vicende umane di Gramsci, vengono così proposte, in un intreccio con le vicende politiche e l’elaborazione di un pensiero originale, con la sua lenta affermazione sulla scena politica nazionale e internazionale, nei diversi contesti geografici, politici e umani, dalla Sardegna a Torino, dalla Russia al ritorno in Italia fino al carcere e alla clinica dove morrà, con la stesura dei Quaderni, e delle Lettere. Il tutto, sempre accompagnato e arricchito dalla musica e dal canto.

Lo spettacolo, con l’obiettivo, dunque, di avvicinare all’universo gramsciano il più vasto pubblico, attraverso l’alternanza dei monologhi ai momenti corali, costituisce un unicum che riesce a coinvolgere lo spettatore mediante il ricorso a diversi registri e linguaggi. Si tenga conto che Gramsci stesso non soltanto amava il teatro, e fu critico teatrale, tra l’altro, e riteneva il teatro un mezzo formidabile di pedagogia di massa. Era attentissimo ai fenomeni e alle manifestazioni di folclore, inoltre amava la musica e teorizzò il concetto di nazionale-popolare.

Si tratta dunque di un vero spettacolo gramsciano, oltre che di uno spettacolo su Gramsci, recitato in prima persona come se il narratore/attore – interpretato da Angelo d’Orsi – fosse lo stesso Antonio Gramsci.

Numero atti: uno (in cinque tempi).
Durata: 1h e 45m.

Evento co-organizzato da Historia Magistra, Atletico San Lorenzo e Nuovo Cinema Palazzo.

30 novembre 2019, ore 19:30
Nuovo Cinema Palazzo
Piazza dei Sanniti 9/a, Roma

Dalle storie militanti alla storia critica – Milano 16 novembre 2019

Sulla scia dell’intervista a Eugenio Gazzola, autore del documentario I Quaderni piacentini. Storia e critica in Italia nella biografia di una rivista, pubblicata sull’ultimo numero (29/2019) di «Historia Magistra. Rivista di storia critica», Irene Piazzoni e Fabio Guidali (redazione milanese di HM) dialogheranno con il regista e con Giacomo Pontremoli, autore di uno dei più recenti studi sui “Quaderni Piacentini”.

Nel corso dell’evento saranno proiettati alcuni stralci del documentario.

L’evento fa parte di BookCity Milano.

16 novembre 2019, ore 13:30
Museo del Risorgimento
Via Borgonuovo 23, Milano

Historia Magistra. Rivista di storia critica N. 29/2019

EDITORIALE
Angelo d’Orsi, On the road. Dieci anni di “storia critica”

IN CORSIVO
Stefano Bottoni, Dal governo al sistema? Autoritarismo e movimenti sociali nell’Ungheria di Orbán

TRA STORIA E POLITICA
Mattia Dessì, La Black Middle Class in Sudafrica: una prospettiva storica
Gaetano Morese, Per una società di liberi ed uguali. Tommaso Pedio dall’antifascismo alla rinascita democratica (1936-1945)

LESSICO
Stefano Quirico, “Europa”: dall’integrazione comunitaria all’età dei sovranismi

LAVORI IN CORSO
Maurizio Pagano, Aldo Capitini: gli anni della formazione

INCONTRI
Francesca Chiarotto (a cura di), “Quelle tristi epoche”. Un’ebrea antifascista ricorda la Torino degli anni Trenta. Giorgina Arian Levi si racconta ad Angelo d’Orsi

LA CASSETTA DEGLI STRUMENTI
Christophe Charle, «Histoires mondiales». Faire parler l’inconscient des historiens
Alberto Pantaloni, Sulla buona «partigianeria accademica» (ricordando Eric Hobsbawm)

IN RETE
Guglielmo Pellerino, Gli Sraffa Papers e il Progetto Janus

ESPERIENZE
Ugo Zamburru, Carovane migranti

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Eugenio Gazzola, Una rivista che ha fatto epoca. Una biografia filmica dei «Quaderni piacentini»

FERMALIBRI
Eva Pavone, Alleati e partigiani nella Resistenza europea

SCHEDE
Opere di Umberto Grassi, Vincenzo Lagioia, Gian Paolo Romagnani (Roberto Alciati), Stefano Levati (Marco Albeltaro), Leonida Tedoldi (Antonio Chiavistelli), Marco Mondini (Leonardo Raito), Jacques Pauwels (Alexander Höbel), Ho Chi Minh (Guglielmo Pellerino), Mario Mirri (Ignazio Veca), Bruno Maran (Angelo d’Orsi), Jean-Numa Ducange, Razmig Keucheyan (Alessio Di Stefano), Marco Scavino (Fabrizio Loreto), Elia Rosati (Cecilia Novelli), Amedeo Rossi (Amedeo Cottino)

RACCOLTA CARTA
Alessandro Maurini, Defascistizzare il fascismo: la riabilitazione è servita (e la storia è rovesciata)

BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Gian Mario Bravo, Una grande iniziativa editoriale. I 50 volumi delle “Opere” di Marx e di Engels in italiano

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, La ritirata della ragione

 

Il fascicolo della in cartaceo o .pdf si possono acquistare o ordinare dal sito dell’editore.

Per qualsiasi altra richiesta vi invitiamo a contattare direttamente la casa editrice al seguente indirizzo: abbonamenti@rosenbergesellier.it

“Storia dell’immigrazione straniera in Italia” – Roma 29 maggio 2019

Il 29 maggio alle ore 17:00 presso la Biblioteca del Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo dell’Università Sapienza di Roma si terrà una presentazione del volume di Michele Colucci, Storia dell’immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni (Carocci, 2018).

Per la prima volta l’immigrazione straniera in Italia viene ripercorsa attraverso una ricostruzione storica, a partire dal 1945. Ingressi, flussi, leggi, generazioni, lavori, conflitti e speranze si intrecciano con un ritmo sempre più incalzante fino ad arrivare ai nostri giorni. Il volume traccia la dimensione quantitativa del fenomeno nel corso del tempo e la sua evoluzione, il radicamento sul territorio, le politiche adottate per governarlo, le polemiche che ne sono scaturite, l’impatto che ha avuto sulla società. Le fonti utilizzate sono numerose: dalle inchieste sociali al dibattito politico, dalle testimonianze dei protagonisti alle statistiche, dagli archivi istituzionali fino alle cronache dei giornali. Emerge il profilo sfaccettato di una grande trasformazione, indispensabile per capire l’Italia di oggi.

Per maggiori informazioni sul volume: Michele Colucci, Storia dell’immigrazione straniera in Italia. Dal 1945 ai nostri giorni (Carocci, 2018). 

L’autore ne discute con Bruno Bonomo (Sapienza Università di Roma) e Luisa Bianco (UNHCR).
Coordina Cecilia Novelli (Università di Cagliari)

29 maggio 2019, ore 17:00
Biblioteca – Sala Emiciclo
Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo
Facoltà di Lettere, II piano
Sapienza Università di Roma
Piazzale Aldo Moro 5, Roma

“Quale Europa?” – Torino 13 maggio 2019

Europa è un termine-concetto dalle radici solide, che affondano nella cultura greca e qualificano l’identità di una comunità fondata sui valori della libertà e del diritto. Tale concetto ha attraversato nei secoli innumerevoli mutazioni di significato.

Oggi la storia dell’integrazione europea ha raggiunto uno stadio di evoluzione in cui, complici i frequenti rivolgimenti e gli autentici shock di matrice globale, le inquietudini legate a nodi da tempo irrisolti si scontrano frontalmente con le ragioni – tuttora valide – che giustificano la costruzione di un’Europa unita.

A partire dal saggio di Stefano Quirico “Europa: dall’integrazione comunitaria all’età dei sovranismi” (HISTORIA MAGISTRA. Rivista di storia critica, a. XI, n. 29), lunedì 13 maggio alle h. 17.30  presso il POLO del ‘900 si terrà un discussione sul tema Quale Europa?

Durante l’iniziativa si presenterà il primo fascicolo della rivista pubblicato da Rosenberg & Sellier.

Presiede:
Giovanni Ferrero ISMEL

Intervengono:
Sergio Pistone Università di Torino
Giuseppe Porro Università di Torino
Michele Vellano Università di Torino – SIOI
Stefano Quirico Università del Piemonte Orientale

Conclude:
Giorgio Barberis Università del Piemonte Orientale – HISTORIA MAGISTRA

13 maggio 2019, ore 17:30
Polo del ’900 – Sala Conferenze
Palazzo San Celso
Corso Valdocco 4/A, Torino

Historia Magistra N. 28/2018 – 100 anni di guerra (molta) e pace (poca)

Il fascicolo numero 28 (2018) della nostra Rivista é l’ultimo fascicolo dell’annata X e l’ultimo sotto l’insegna dell’editore FrancoAngeli. A partire dal prossimo numero, il 29, HISTORIA MAGISTRA sarà edita da Rosenberg &Sellier.

Ecco il Sommario:

EDITORIALE
Angelo d’Orsi, 100 anni di guerra (molta) e pace (poca)

IN CORSIVO
Christophe Mileschi, Gilets jaunes, ou la révolte des subalternes

TRA STORIA E POLITICA
Oscar Greco, La Repubblica dimenticata. L’insurrezione di Caulonia nel marzo del 1945
Carlo Sanna, La forza del Mullah. Alle origini della Rivoluzione Costituzionale persiana

LAVORI IN CORSO
Massimo Congiu, Crollo di un Impero. Critica della guerra e crisi sociale in Ungheria fra il 1916 e il 1918
Francesco Frau, Il Dio degli oppressi. Sulla teologia cristiana della liberazione

INCONTRI
Anthony Crézégut, Un maître d’humilité, Michel Vovelle

LA CASSETTA DEGLI STRUMENTI
Roberto Alciati, Un libro non scritto. “La Storia religiosa d’Italia” di Luigi Salvatorelli

IN RETE
Gabriele Siracusano, I “Digital Archives” del Wilson Center

ESPERIENZE
Monica Vasile, A research story: return of the commons in Romania’s Carpathian Mountains

STORIE DI CARTA
Graziano Tassi, Elogio funebre della fabbrica: Gabriele Basilico ed Ermanno Rea

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Shu Aiello, L’utopie realiste de Riace
Luisa Mondo, Era domani

FERMALIBRI
Gian Mario Bravo, Marxismo e marxismi
Guido Panico, Dove va la storia?

SCHEDE
Opere di Karen L. Fresco (a cura di) (Lorena Barale), Marcello Musté (Luigi Punzo), Kevin Morgan (Giulia Bassi), James Harris (Federico Caneparo), Achille Conti (Luigi Cappelli), Sara Lorenzini (Marco Di Maggio), Roberto Rossellini (Marina Penasso), Giuseppina Vitale (Alessandro Santagata), Marcello Ravveduto (Cecilia Novelli), Lorenzo Milani (Carmen Betti), Byung-Chul Han (Angelo d’Orsi), Enrico Bartolomei, Diana Carminati, Alfredo Tradardi (a cura di) (Amedeo Cottino)

Produzione propria

RACCOLTA CARTA
Maria G. Castello, A proposito di cavalli, di navi e di inganni

BUONE E CATTIVE NOTIZIE
Matilde Fracassi, Miriam Tola, Tra storia operaia ed ecologie urbane

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, Il grande inganno dei “Diritti dell’Uomo”

 

I fascicoli della rivista o anche singoli articoli, si possono scaricare a pagamento dal sito dell’editore o ordinare, nella forma cartacea, direttamente o tramite libreria.

“La dissoluzione di Lotta continua e il movimento del ’77” – Torino 12 marzo 2019

Il 12 marzo alle ore 20:30 presso la libreria Comunardi di Torino si terrà la presentazione del volume di Alberto Pantaloni, La dissoluzione di Lotta Continua e il movimento del 77 (Derive Approdi, 2018).

Il libro ricostruisce uno spaccato di storia italiana contemporanea che nella seconda metà degli anni Settanta fu caratterizzato dalla crisi e poi dalla dissoluzione di quei gruppi della nuova sinistra extraparlamentare animati da una progettualità dichiaratamente rivoluzionaria.

Nello specifico l’analisi storica si concentra sull’esperienza di Lotta continua, la cui genesi avvenne a Torino nel pieno delle lotte operaie dell’«autunno caldo», lotte alle quali si affiancarono le componenti studentesche sessantottine più politicizzate e combattive.

Lotta continua fu infatti la principale forza politica extraparlamentare disposta a raccogliere e ad alimentare le lotte operaie (in primis alla Fiat) per la casa, contro il carovita, nelle scuole, per la sanità, per i diritti civili. Non a caso, sotto la Mole la presenza e il radicamento di Lotta continua furono seconde solo a quelle del Partito comunista.

Al tempo stesso viene narrata la parabola del ’77 e delle sue principali componenti sociali (dai Circoli del proletariato giovanile al movimento femminista e agli studenti medi e universitari), dedicando anche ampio spazio alle mobilitazioni dei lavoratori del periodo, al rapporto fra movimento operaio e contestazione giovanile e all’intreccio che il movimento del ’77 ebbe col fenomeno della violenza e della lotta armata, in un periodo contrassegnato dall’ascesa di Prima linea.

Attraverso l’utilizzo di fonti spesso inedite, lo studio di quell’esperienza aiuta a comprendere meglio i processi e le dinamiche che legarono insieme la crisi dei gruppi rivoluzionari e l’esplosione di un movimento che ruppe gli equilibri e gli schemi politici figli del boom economico.

Introduce:
Cristina Accornero HISTORIA MAGISTRA

Intervengono:
Fabrizio Loreto Università di Torino
Marco Scavino Università di Torino
Lura Cima Associazione !F

Sarà presente l´autore.

12 marzo 2019, ore 20:30
Libreria Comunardi
via Bogino 2, Torino

RECENSIONE: Francesca Chiarotto (a cura di), Aspettando il Sessantotto. Continuità e fratture nelle culture politiche italiane dal 1956 al 1968, Torino, Accademia University press, 2017; pagg. 411, € 28,00.

di Graziella Gaballo

Da: Quaderno di Storia Contemporanea, 64 (2018).

I contributi presenti in questo libro sono quelli che hanno dato vita, il 27 e il 28 maggio 2015, a un convegno organizzato a Torino presso la Fondazione Firpo, con il medesimo titolo del volume che ne è scaturito, e nato dalla collaborazione tra il team della rivista “Historia Magistra” e un gruppo multidisciplinare sorto in seno al Dipartimento di Studi storici dell’Università di Torino, il GRID, Gruppo di ricerca sulle idee politiche. In essi, vengono analizzati alcuni momenti e figure della vita e del dibattito politico in Italia nel dodicennio che precede l’esplosione del 1968, evidenziando, pur nella continuità delle diverse culture politiche, gli elementi di discontinuità, le incrinature, i dissensi, le eterodossie, le polemiche: tutto ciò che in qualche modo, può essere insomma considerato un dato “preparatorio” del sommovimento di fine decennio. L’“anno spartiacque” da cui partire è stato individuato nel 1956, al quale, non a caso, è stato dedicato il successivo Convegno del GRID, ancora con la collaborazione di Historia Magistra (Il 1956. Un bilancio storico e storiografico, 29-30 novembre 2016). Anno importante per la geopolitica mondiale – dagli eventi dell’Est Europa ai fatti relativi al canale di Suez – così come per la storia dei partiti comunisti occidentali, in particolare quello italiano, di cui frantumò le certezze, producendo però anche elementi di chiarezza e aprendo la ricerca di strade nuove. Ma il 1956 – come accadrà poi per il 1989 – intersecò anche le culture politiche: in seno alle “famiglie socialiste e repubblicane” fu visto come un’occasione per riequilibrare rapporti di forza provando a tessere la tela di una sinistra democratica; in campo cattolico, contribuì a preparare lo spirito del Concilio Vaticano II, che costituì una importante sponda per il cattolicesimo del dissenso.

Il percorso del libro parte da due saggi introduttivi: quello di Angelo d’Orsi, L’odore della rivoluzione, che traccia una linea generale di analisi storica, collegando il 1968 in Italia a quello di altre realtà nazionali, ma soprattutto connettendolo all’intero dodicennio precedente, e quello di Pietro Adamo, Le tentazioni dell’impolitico. Eretici, irregolari ed eterodossi nella sinistra italiana prima del ’68 che costruisce un percorso in quella che potremmo definire la “cultura del dissenso”.

Seguono quattro sezioni, ciascuna introdotta da un saggio di respiro più generale, che analizzano le principali aree politico- culturali presenti nell’Italia del Secondo dopoguerra: Le culture cattoliche; Le culture comuniste; Le culture socialiste; Le culture laiche. Nella prima, dopo un’analisi dei rapporti tra istituzioni, società, teologia e ideologia, tracciata da Nicola Antonetti, troviamo il bel saggio di Maurilio Guasco L’avventura di don Primo Mazzolari, quello di Matteo Trufelli sull’Azione cattolica e sul suo ruolo (L’Azione Cattolica tra obbedienza e dissenso) e infine il contributo di Anna Scattigno che ricostruisce Il mondo cattolico fiorentino degli anni Cinquanta e Sessanta, quello del dissenso, in cui si colloca anche colui che fu una icona del Sessantotto italiano, Don Lorenzo Milani, ucciso nel 1967 da un tumore, “mentre vedeva la luce Lettera a una professoressa, il libro forse più rivoluzionario dell’Italia del dopoguerra” (Angelo d’Orsi, pag.22). Per il mondo comunista, dopo l’approfondita introduzione generale di Alexander Höbel, Marco Albeltaro (Cultura politica, stili di vita e dimensione esistenziale. I comunisti italiani) si sofferma sulla dimensione esistenziale dei comunisti, per i quali gli effetti del 1956 furono particolarmente traumatici, come analizza Francesca Chiarotto nel suo saggio Il trauma del ’56 e i suoi effetti, mentre Daniele Stasi, in L’eretica ortodossia: Pietro Ingrao focalizza l’attenzione su Pietro Ingrao, di cui mette in evidenza anche oscillazioni e incoerenze (Ingrao fu il direttore de “l’Unità” quando il giornale approvava l’invasione di Budapest nell’autunno del ’56); Angelo d’Orsi, infine, ripercorre la vicenda delle riviste militanti legate al PCI, nelle cui pagine nacquero e si svilupparono i più stimolanti dibattiti del tempo, tra politica e cultura: Da “Rinascita” a “Quindici”. Il dibattito intellettuale dentro, intorno e fuori dal PCI. A seguire, la ricca sezione sulle culture socialiste, con la chiara sintesi iniziale di Tommaso Nencioni e gli approfondimenti di Mariamargherita Scotti sul rapporto complesso e via via sempre più dialettico di intellettuali, editori e periodici con il Partito socialista (Il paradosso dell’autonomia. Traiettorie di intellettuali nel PSI tra anni Cinquanta e Sessanta) e di Marco Scavino sulla figura di Raniero Panzieri (Raniero Panzieri, i “Quaderni rossi” e gli “eredi”). Luca Bufarale e Andrea Ricciardi tracciano invece rispettivamente un profilo di Riccardo Lombardi (Riccardo Lombardi da fautore a critico del centro-sinistra) e di Vittorio Foa (Vittorio Foa e la ricerca del socialismo “dal basso”.1956-1968), mentre il testo di Maurizio Pagano incentra la sua analisi su tre figure di intellettuali particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Guido Calogero e Norberto Bobbio (L’eredità del liberalsocialismo: la posizione etico-politica di Guido Calogero e il confronto con Norberto Bobbio e Aldo Capitini).

Chiude il percorso, e il volume, la galassia delle “culture laiche” analizzate attraverso l’esperienza di riviste che a esse fecero riferimento: al saggio introduttivo di Paolo Soddu seguono le messe a fuoco di Andrea Becherucci sull’esperienza de “Il Ponte” dopo Calamandrei, di Daniele Pipitone su L’Astrolabio di Parri e Rossi. Un modello di impegno politico tra tradizione e innovazione (1963-1967), di Cesare Panizza sulla testata “Tempo Presente” e le figure di Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone (“Tempo presente”, Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone e l’Italia) e infine quelle di Elena Savino su “Il Mondo”, il Partito radicale e la democrazia in cammino. Fu questa, infatti, una felice stagione delle riviste nella storia intellettuale dell’Italia, la quarta, sostiene Angelo d’Orsi, “dopo la prima del 1896-1915, fiorentina; quella torinese del 1918-1926; quella nazionale, soprattutto sull’asse Milano-Firenze-Roma, del 1943-1948” (pag.11).

 

Il libro puó essere acquistato in formato cartaceo o in ebook dal sito dell´editore a questo link.

“Il trauma di Caporetto” – Torino 26 febbraio 2019

Presso il Polo del ’900 si terrà una discussione a partire dal volume della BHM Il trauma di Caporetto. Storia, Letteratura e arti, a cura di F. Belviso, M.P. De Paulis, A. Giacone (Accademia University Press, 2018).

La battaglia di Caporetto (24 ottobre – 9 novembre 1917) ha rappresentato un trauma nella storia italiana del Novecento. Ancor oggi, nel linguaggio comune, la parola Caporetto è sinonimo di disastro. In quella battaglia i soldati della 2a Armata vengono respinti dagli austriaci e dai tedeschi al di qua dell’Isonzo e del Tagliamento fino al Piave, mentre i Comandi militari li accusano di diserzione e tradimento.

Cento anni dopo, questo volume affronta, in un’ottica pluridisciplinare e interdisciplinare, e alla luce della nozione di “trauma”, gli aspetti storici, politici e militari della disfatta. Esso dà largo spazio anche alle testimonianze dei soldati-scrittori la cui esperienza di quei giorni acquista senso se inserita in una dimensione collettiva e storica.Le stratificazioni temporali – relative tanto alla lettura storiografica, militare e politica quanto agli scritti memoriali e letterari – costituiscono un fattore importante per la riappropriazione di un evento che tocca la storia e l’identità italiane. Nel processo di rievocazione del trauma, la rappresentazione dello choc subìto tiene conto sia dell’immediatezza del vissuto che della simbolizzazione retrospettiva. Questo volume intende allora studiare i meccanismi attraverso i quali il ricordo del trauma di Caporetto prende forma nel linguaggio auto-biografico o finzionale inteso anche come espressione terapeutica e luogo della resilienza.

Presiede:
Giovanni Ferrero Presidente ISMEL

Intervengono:
Marco Brunazzi Istituto di studi storici Gaetano Salvemini
Giovanni Carpinelli Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci
Enrico Miletto Fondazione Vera Nocentini
Alessandro Giacone co-curatore del volume, HISTORIA MAGISTRA

Conclude:
Angelo d´Orsi Direttore di HISTORIA MAGISTRA, Università di Torino

26 febbraio 2019, ore 17:30
Polo del ’900 – Sala Didattica
via del Carmine 14, Torino

Historia Magistra N. 27/2018 – Marx 200

Il fascicolo numero 27 (2018) si apre con l’Editoriale di Gian Mario Bravo dedicato al 200° anniversario della nascita di Karl Marx e all’attualità del suo pensiero nelle società del Terzo millennio.

La rubrica “In corsivo”, per la firma di Michele Colucci, è rivolta alla questione dell’immigrazione straniera in Italia e alle sue numerose complessità. Nella rubrica “Tra Storia e Politica” Sofia Zuccoli si concentra sulla rappresentazione del corpo femminile nel sapere medico in Italia e in Francia nel XVI secolo. La rubrica “Osservatorio UPS” ospita il contributo di Doan Dani sul rapporto tra storiografia e costruzione dell’identità collettiva in Albania.
Per “Lavori in corso” segnaliamo i due saggi di Fiorenza Taricone e Laura Mitarotondo: il primo dedicato al pensiero di Proudhon e il ruolo della donna, e il secondo sulla contrapposizione tra immanitas e humanitas nel lessico machiavelliano. “Incontri” ospita una intervista inedita a Giovanni Pieraccini, a cura di Alessandro Giacone, sulla sua esperienza di ministro nei governi di centro-sinistra diretti da Aldo Moro. La rubrica “Piccolo e Grande schermo” ospita l’articolo di Graziano Tassi sul cinema e le migrazioni, in particolare sul documentario dell’artista cinese AI Weiwei.

Per “Fermalibri” Roberto Poma recensisce l’opera di Jean-Claude Schmitt sui ritmi e la società medievale. In “Raccolta carta” Matia Balbo stronca il volume di Jean François Chemain sull’economia dell’Italia ai tempi dell’Impero romano. Il fascicolo si chiude con la verve polemica di Aristarco Scannabue che, prendendo le mosse da una indagine di un istituto di ricerca indiano sugli incidenti mortali a causa della moda dei selfie, mette in luce la stoltezza dell’epoca in cui stiamo vivendo.

Ecco il sommario del n. 27 (2018):

EDITORIALE
Gian Mario Bravo, Marx 200

IN CORSIVO
Michele Colucci, Un vizio antico. I nodi irrisolti delle politiche per l’immigrazione in Italia

TRA STORIA E POLITICA
Sofia Zuccoli, Un monstre parfait. Le savoir médical face au corps féminin (XVIème siècle, France et Italie)

OSSERVATORIO UPS
Dona Dani, Storia funzionale. Costruzioni storiografiche in Albania

LAVORI IN CORSO
Fiorenza Taricone, Politica, famiglia e pornocrazia nel pensiero di Proudhon
Laura Mitarotondo, L’uomo e la bestia. Note sul lessico politico machiavelliano fra Umanesimo e Rinascimento

INCONTRI
Alessandro Giacone, Un socialista di lotta e di governo. Conversazioni con Giovanni Pieraccini

EX CATHEDRA
Amedeo Feniello, Lontani dal Medioevo? Un “gioco” scolastico per capire i cambiamenti sociali

IN RETE
Marina Penasso, Un viaggio nel tempo attraverso un click. L’Archivio dell’Istituto Luce
Fabio Guidali, Il Sessantotto l’ho visto su Internet. Il Web come fonte di informazione storica

PICCOLO E GRANDE SCHERMO
Graziano Tassi, Cinema e migrazioni: Human Flow (2017) di Ai Weiwei

FERMALIBRI
Roberto Poma, I ritmi del Medioevo
Mario Quaranta, Come si diventa “Bobbio”

SCHEDE
Opere di Marcus J. Borg, John D. Crossan (Mauro Belcastro), Marilena Casella (Maria G. Castello), Hervé Leuwers (Clizia Magoni), Giuseppe Galasso (Gregorio Sorgonà), Maria Paiano (Matteo Caponi), Leo Spitzer (Angelo d’Orsi), Tzvetan Todorov (Francesca Belviso), Leonardo Pompeo D’Alessandro (Alexander Höbel), Emanuele Leonardi (Alberto Pantaloni), Corinne Maury (Graziano Tassi), Gianluca Argentin (Vincenzo Sorella), Tania Toffanin (Marco Valisano), Ilaria Agostini (a cura di) (Cristina Accornero)

Produzione propria

RACCOLTA CARTA
Mattia Balbo, Un’occasione mancata. Come studiare l’economia di Roma antica?

L’ANGOLO DI ARISTARCO
Aristarco Scannabue, Morire di selfie

I fascicoli della rivista o anche singoli articoli, si possono scaricare a pagamento dal sito dell’editore o ordinare, nella forma cartacea, direttamente o tramite libreria.